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VETERRIMA PLEBS
Sono già dieci anni che questo piccolo ma agguerrito comitato opera a Bedonia per conservare e valorizzare quanto rimane del patrimonio storico artistico del Paese.
di Piero Rizzi
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Lo stesso nome Veterrima Plebs ricorda, in latino, la potente e antichissima chiesa madre (la pieve) che fu il nucleo generatore di Bedonia e sua massima espressione attraverso i secoli.
La nostra filosofia è semplice: più un luogo avrà saputo mantenere con intelligente attenzione le vestigia del suo passato, più forte sarà la sua identità locale e -quindi- la sua capacità di affrontare e contenere le tremende sfide delloggi e del futuro, a cui nessun ambito sembra ormai potersi sottrar-re. Agendo, come ab-biamo finora sempre fatto, per la concreta salvaguardia di monumenti storico-locali autentici e di forte significato, pensiamo di aver dato, e di continuare a porgere, un contributo non trascurabile né effimero verso una migliore qualità della vita a Bedonia. Va anche detto che tale azione è svolta in modo del tutto volontario, con la disponibilità ad impiegare, stagione dopo stagione, tempo libero ed energie pur di raggiungere effettivamente dei risultati.
Vale la pena di descrivere in sintesi queste realizzazioni, tenendo presente che in fondo lintento non era quello di restaurare nel modo riduttivo che si usa oggi in Italia. Il nostro obbiettivo era piuttosto di giungere, con logica e rigore documentario, a una ricomposizione dellimmagine originale di ciascun monumento: recuperando quindi, insieme al carattere artistico, la valenza storico/sociale di queste opere, nate e prodotte proprio per essere ammirate e comprese dalla comunità degli abitanti.
È probabile che molti ricordino il restauro dellarco della Peschiera, inaugurato nel maggio 1999: grazie al contributo elargito dalla Fondazione Cariparma (di ca. 44 milioni) e al lavoro coordinato di vari professionisti protrattosi per oltre cinque anni, questa che era la porta monumentale del podere dei nobili Silva, fatta erigere da un grande arciprete di quella famiglia, è stata sottratta a una rovina ormai evidente e riportata al suo originale ed elegante profilo settecentesco.
A una dimensione più ridotta, ma in una qualità sempre alta, si pongono gli altri restauri, promossi dal Comitato nei primi anni di vita (1992-93) e relativi a due dipinti su tela del 600 di proprietà parrocchiale. Uno di questi è visibile in chiesa, nella cappella di S. Rocco, ed ha per curioso soggetto il dono da parte della Vergine di un quadro di san Domenico (miracolo avvenuto in Calabria nel 500): fu commissionato dal personaggio che vi è ritratto in basso a sinistra, un gentiluomo bedoniese della famiglia Tedaldi, particolare questo che spinse i discendenti di tale famiglia (oggi a Roma) a finanziare il restauro, con intelligente attaccamento alle loro origini.
Il secondo dipinto, che in origine era la pala daltare della stessa cappella del primo, giaceva in cantina e in pessime condizioni, ma fu invece splendidamente recuperato grazie alla bravura delle due restauratrici (e al sostegno della Banca Popolare dellEmilia). Raffigura i protettori dalle epidemie -la Madonna di Loreto, S. Rocco e S. Antonio abate- e fu realizzato come ex voto nel 1627, dagli stessi Tedaldi, maggiorenti del paese.
Lultimo e ben noto intervento (ancora in corso) è il restauro delloratorio di S. Rocco, sorto allorigine in posizione isolata fuori del paese (località Pratolongo), ma oggi inserito nel popoloso quartiere di via Roma. Eretto anchesso in periodo di pestilenza -quella celeberrima del 1630- per volontà dei fedeli bedoniesi, S. Rocco risulta dotato di una complessa e originale architettura ulteriormente impreziosita dalla presenza di pitture decorative risalenti al 700.
Comè noto, negli ultimi anni ci siamo impegnati per lOratorio in una paziente raccolta di fondi sia tra la popolazione (anche attraverso una riuscita festa da ballo in agosto) sia da vari sponsors privati ed enti pubblici. Dopo avere risanato e ridipinto lesterno, portato lelettricità, installato gli impianti elettrico e di deumidificazione e restaurato la parte superiore dellinterno (soffitti e cornicione), alla conclusione dellopera manca ora soltanto il restauro delle pareti dellinterno.
Una volta completamente recuperato, per noi di Veterrima Plebs sarà un esempio di intervento riuscito nonostante la sua complessità, uno sprone ad agire nel molto che si potrebbe ancora fare a Bedonia e per Bedonia. |
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