Periodico d'informazione e cultura. .


>Indice N.2

Editoriale
Ancora su piano regolatore
Bedonia e i suoi "non" marciapiedi
Sentieri recuperati
Compiano: Castello con vista fabbrica
Come è andata ad Anzola con la patata
La patata quarantina genovese a Bedonia
Il museo degli orsanti
Emigrazione, tra passato e futuro
Il premio PEN
Borsa di studio per gli studenti
Il bando di concorso
Itinerari escursionistici
Lettera al direttore
Piccolo vocabolario del nostro dialetto
Scurnisore
Una ricetta: a castagnassa

ITINERARI ESCURSIONISTICI
BEDONIA >> CAVIGNAGA >> PASSO COLLA >> LAGO LIONA >> CROCE DI MONTE PELPI >> PUNTA DELL'AGUJA >> BEDONIA
a cura di Giannino Agazzi


Iniziamo con questo numero a proporre con l’aiuto di Giannino Agazzi una serie di itinerari attorno a Bedonia con la speranza
di invogliare bedoniesi e non a riscoprire
dei posti bellissimi con delle salutari passeggiate.






CARATTERISTICHE:
Strada asfaltata, strada sterrata, sentiero di crinale.
DIFFICOLTA':
poco impegnativo.
TEMPO DI PERCORRENZA:
a piedi dal Passo Colla alla Punta dell'Aguja h.2/2,30.
DISLIVELLO:
in salita m 480.
INTERESSE:
geologico, ambientale, panoramico, storico.

Lasciata Bedonia, raggiungiamo la località del cimitero e proseguiamo con l'auto per CAVIGNAGA, SAMBUCETO, CASE BOGGIA E PASSO COLLA. Dopo Case Boggia, al bivio per Strela, notiamo il cippo-ricordo dell'on. Fernando Santi, amico della nostra montagna. Poco più avanti, sulla sinistra, ecco la cappella della Carpana eretta dagli eredi nel 1863, per voto fatto da Giovanni Emmanueli nel 1858. All'interno della cappella sgorga una bella e fresca sorgente. Uno degli eredi esecutori fu Antonio Emmanueli autore di un libro prezioso per la conoscenza della nostra valle: "L'alta Valle del Taro e il suo dialetto", edito dalla tipografia Cavanna di Borgotaro nel 1886.
Prima di raggiungere il passo Colla (in 1000 s.l.m) notiamo sulla sinistra una strada sterrata con l'indicazione: monte Pelpi. Qui lasciamo l'auto e ci incamminiamo a piedi, (chi desidera portarsi più in quota e non teme gli effetti negativi della strada sterrata per l'auto, può proseguire sulle quattro ruote).
Saliamo puntando verso l'alto. Raggiunto un cancello avanziamo tra faggi, maggiociondoli, noccioli, sorbi e praterie tappezzate, a primavera, di innumerevoli fiori veramente belli (anemoni, crochi, dafne, narcisi..).
Raggiunta una grande prateria attraversata dalla strada quasi pianeggiante, possiamo notare sulla destra una conca occupata da un piccolissimo lago ricco di animaletti e pieno di ranuncoli acquatici dai graziosi fiori bianchi. Questi laghetti (importantissimi per flora e fauna), erano più numerosi, ma per una poco condivisibile finalità di miglioramento pascolo, qualche decina di anni fa alcuni furono prosciugati. Ricordiamo il lago della Liona (che raggiungeremo fra poco) e quello della "Burrassa" che si trovava in alto a nord della grande croce. Forse il toponimo richiamava il morbidissimo muschio (in dialetto "burra") che tappezzava l'intera conca del laghetto.
Ora, mentre proseguiamo per raggiungere la conca prativa del lago della Liona, osserviamo affiorare, al margine della strada, alcuni esempi della struttura geologica del monte Pelpi. Negli strati affioranti possiamo notare essenzialmente strati di roccia calcarea abbastanza dura e compatta e strati di roccia marnosa più tenera e friabile. Questa struttura a strati calcarei e marnosi è detta dai geologi: FLYS.
Appartengono a questo gruppo geologico, oltre al Pelpi, i monti Segarino e Orocco che circondano Bedonia ad Ovest.Percorrendo la strada Bedonia-Parma nel tratto Solignano-Citerna possiamo veder affiorare, sulla sinistra del Taro, esemplari molto belli di questa struttura. Qui nel Pelpi è più difficile l'osservazione perché il monte è rivestito da boschi e prati.
Eccoci al lago della Liona dove si svolge in agosto la grande festa di San Giovacchinetto. Nelle vicinanze, volendo, possiamo dissetarci alla freschissima sorgente della "Fogata" più a nord.
Ascoltiamo a proposito che cosa scrive il capitano Boccia nel 1804 sul suo libro "Viaggio ai monti di Parma": "...la fontana Sfogata le di cui acque sono commendate perché guariscono da molti mali coloro che ne bevono e che ne prendono bagni.
Per la qualcosa ne provvidi un picciol recipiente". Anche noi possiamo far provvista per dissetarci lungo il cammino.
Dirigiamoci ora verso la cima, del monte dove svetta la grande croce.
Questa, negli anni ‘50, ha sostituito la vecchia croce di legno che i montanari dovevano frequentemente cambiare perché era facilmente deteriorata dalle intemperie.
Eccoci ora sotto la grande croce.
Lo sguardo spazia libero a 360°.Se siamo fortunati con il tempo, noteremo da ovest a nord la catena innevata delle Alpi; ad est le cime dell'appennino tosco-emiliano e le Alpi Apuane e a sud il mar Ligure. Appena sotto di noi, verso nord, ecco la conca dello scomparso laghetto stagionale della "Burassa".
Dopo esserci opportunamente riposati raggiungiamo il punto più alto (1480 m); qui ecco il punto trigonometrico dell' I.G.M.
Ora non ci resta che raggiungere la punta dell'Aguja percorrendo il sentiero di crinale verso ovest.
Arrivati alla cima estrema del Pelpi notiamo a sud un dirupo chiamato dai valligiani "Gurìu", nel quale possiamo trovare bei cristalli di calcite e impronte fossili di elmintoidi. Questo dirupo è stato generato dalla grande frana che, staccatasi dal Pelpi, raggiunse l'attuale periferia di Bedonia. Ciò avvenne, secondo il dott. Severino Musa, verso la fine del 1300.
Un altro movimento della frana, come diceva don Silvio Bianchi, risale al 1618.
In quell'occasione fu distrutto il castello di Casalazoni situato fra Monti e Libbia.
Ora non ci resta che tornare ripercorrendo lo stesso cammino.
Se qualcuno desiderasse raggiungere Bedonia a piedi, potrebbe portarsi alla croce poi scendere in direzione sud raggiungendo le praterie di "Pian da Cà".
Qui una comoda strada sterrata scende fino a Bedonia (dislivello in discesa: 950 m.).


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